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Festival Nazionale della Musica “Gian Piero Cartocci”

L’Istituto Comprensivo “Pietro Allori” di Iglesias (SU) bandisce ogni anno il FESTIVAL NAZIONALE DELLA MUSICA “GIAN PIERO CARTOCCI“.

L’ultima settimana di Maggio, Iglesias viene pacificamente invasa da giovani studenti, dai loro docenti ed accompagnatori che la vivono intensamente scoprendone le bellezze artistiche e paesaggistiche, le tradizioni enogastronomiche e l’amicale accoglienza.

Il Festival è destinato agli alunni che frequentano le Scuole Secondarie di I grado ad Indirizzo Musicale, i laboratori musicali, le Scuole Civiche e le Associazioni musicali di tutta Italia e che si sono licenziati da esse nell’anno precedente. Inoltre, è istituita una categoria riservata agli alunni del Conservatorio frequentanti qualsiasi Scuola Secondaria di I grado.

Il progetto, coordinato dai docenti di strumento, è nato con lo scopo di fornire agli alunni un’importante occasione di crescita attraverso il confronto reciproco, di stimolare lo studio della musica, di premiare l’impegno giovanile, di incentivare la produzione di composizioni specifiche per le orchestre scolastiche e di valorizzare il ruolo formativo delle scuole medie in campo musicale.

I giovani musicisti si esibiscono in diverse formazioni (solistiche, da camera e orchestrali) eseguendo un repertorio molto vario che spazia dalla musica classica, alle trascrizioni dalla musica leggera e anche composizioni originali.

Il Festival vanta il sostegno del Rotary Club di Iglesias che da anni contribuisce all’assegnazione delle borse di studio previste per i vincitori delle diverse categorie.

La manifestazione è stata intitolata al compositore Gian Piero Cartocci scomparso a Cagliari nel 2006, che nei primi anni della manifestazione è stato ripetutamente invitato a far parte della commissione giudicatrice.

La sua opera è stata contrassegnata da un certo eclettismo derivante dall’uso di linguaggi diversi (neo-tonalità, modalità, politonalità,atonalità ), usati come puro mezzo e non come finalità stilistica, segnalando un certo allontanamento dall’estetica propria dell’avanguardia degli anni ’50 e ’60 a favore di una maggiore semplicità comunicativa e libertà espressiva, che non disdegna esperienze musicali extracolte come il jazz, il rock, il blues e la musica indiana.

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